Temi in classe, giusto equilibrio tra le esigenze didattiche e la tutela dei dati personali. Cosi' la pensa il Garante per la protezione dei dati personali.

Negli ultimi giorni un fatto di cronaca, che ha visto protagonista anche la scuola, ha suscitato sgomento, tristezza e indignazione.

Ci riferiamo ad una studentessa quattordicenne frequentante una scuola secondaria superiore di Cassino che scrivendo un tema in classe dal titolo “Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non hai il coraggio di scriverle”  confessa gli abusi subiti dal padre e trova il coraggio di denunciare la violenza.

Ci siamo in molti domandati quanto la scuola, ovvero l’insegnante che propone il tema del compito in classe, possa richiedere ad uno studente di entrare così nello specifico della sua vita privata.

Quale può essere, se esiste, il confine dove sarebbe opportuno fermarsi?

La risposta, in parte, ce l’ha già fornita il Garante della Privacy che nel Vademecum “La scuola a prova di privacy” pubblicato a Novembre 2016 si è espresso come segue:

“Non lede la privacy l’insegnante che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale o familiare. Nel momento in cui gli elaborati vengono letti in classe - specialmente se riguardano argomenti delicati - è affidata alla sensibilità di ciascun insegnante la capacità di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze didattiche e la tutela dei dati personali. Restano comunque validi gli obblighi di riservatezza già previsti per il corpo docente riguardo al segreto d’ufficio e professionale, nonché quelli relativi alla conservazione dei dati personali eventualmente contenuti nei temi degli alunni.”

Nel caso della studentessa la scrittura del tema ha rappresentato un atto liberatorio e una contestuale richiesta di aiuto.

E’ inevitabile una riflessione sul ruolo della scuola, oggi non solo luogo di conoscenza.

Zygmunt Bauman, e la sua lectio magistralis sul tema dell’educazione al tempo della globalizzazione, pubblicato sul sito dell’INDIRE:

..”E se in passato il docente era ritenuto una sorta di custode della conoscenza, nella società contemporanea la sua autorevolezza viene invece messa continuamente in discussione, poiché risente della concorrenza di forme di trasmissione del sapere più allettanti, come il web e la televisione. In questo contesto, secondo Bauman, l’insegnante deve assumere un nuovo ruolo e diventare una guida che aiuta i propri alunni a gestire la complessità informativa tipica della postmodernità e che fornisce gli strumenti cognitivi adatti a riconoscere, nella sovrabbondante offerta, le informazioni rilevanti e affidabili.”

 

Lì, 24/01/2018

Alessandra Ferrari 

Responsabile Ufficio Didattica Anquap


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Categoria: Contributi professionali Data di creazione: 24/01/2018
Sottocategoria: Didattica Ultima modifica: 24/01/2018
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