Germani (ANQUAP): Dirigenti PA sulla riforma concertazione no, dialogo sociale sì.
Roma, 7 luglio 2014 Oggi ANQUAP, l’Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche, ha organizzato l’incontro Sistema Paese e Amministrazioni pubbliche. Quale modello per quali funzioni. Un momento di confronto e approfondimento sulle grandi riforme che si vanno delineando in questo momento. Al centro le riforme costituzionali e la riforma della Pubblica Amministrazione.
“Necessaria ed urgente la modifica del bicameralismo perfetto che non risponde più alla velocità, all’efficacia e all’efficienza dei tempi moderni” afferma il sottosegretario alla Semplificazione e Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, che interviene al dibattito con un’intervista video “Sul versante della Pubblica Amministrazione l’obiettivo del Governo è quello di avere meno enti, più efficienti e meno costosi. Un modo più semplice di dialogare tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione”. Secondo Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro “È necessaria una riforma del Titolo V che ripristini il primato dell’interesse nazionale in modo che sia possibile prevenire il formarsi di un debito irresponsabile nelle Regioni e nei Comuni e sia garantito ai cittadini un adeguato livello di prestazioni” e conclude il senatore: “Per questo abbiamo presentato emendamenti che ipotizzano i costi standard, i fabbisogni standard, il commissariamento degli enti in condizione di squilibrio strutturale e il fallimento politico degli amministratori locali nonché la messa a gara dei servizi pubblici locali”.
Sulla necessità delle riforme si è espresso anche Giovanni Guzzetta, professore di diritto pubblico all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, intervenuto al tavolo “Senza una buona amministrazione non si va da nessuna parte. Mi auguro che la classe politica abbia davvero il coraggio di realizzarla e che la dirigenza e il pubblico impiego siano pronti per recepirla”. E per Andrea Mazziotti, Commissione Affari Costituzionali Camera dei Deputati, sono due gli aspetti fondamentali nella riforma della Pubblica Amministrazione “la trasparenza, unico modo per controllare veramente quello che avviene nella PA e valorizzare le professionalità e la responsabilizzazione cioè valutare attraverso procedure obiettive e criteri trasparenti quello che succede nella PA”. Sulla stessa linea anche il Sottosegretario Rughetti che sempre durante l’intervista afferma “Per quanto concerne il rapporto di lavoro, oggi il dirigente ha la sua retribuzione condizionata dall’anzianità, dal tempo, dalla qualifica. Noi invece vogliamo riportarla dentro ad un modello più privatistico, legarla quindi una selezione che viene fatta da una commissione, la quale conferirà un incarico che a seconda dell’importanza avrà una retribuzione diversa, ovviamente all’interno di un tetto di 240mila euro, fissato dal Presidente del Consiglio ha fissato”.
Sui temi della semplificazione Giorgio Rembado, Presidente della Funzione Pubblica della CIDA: “Oggi ci troviamo in una nuova stagione di riforme, in un contesto in cui siamo sopraffatti dalle norme che spesso sono di tipo minimale, norme di dettaglio correttive di norme precedenti” E conclude Rembado “Noi ci auguriamo che si arrivi a coordinarle in testi unici che possano eliminare tutte le norme pregresse che non sono più in vigore o che non interessano più. Tutto affinchè non sia difficile poter gestire la macchina delle Pubbliche Amministrazioni nello Stato, negli enti locali e nei servizi pubblici”.
La posizione ANQUAP sulla riforma della Pubblica Amministrazione è così riassunta dal Presidente Germani “Siamo in una fase di attenzione e di valutazione positiva con alcune criticità dal punto di vista istituzionale e sul piano della PA. Soprattutto su un certo atteggiamento disincentivante e punitivo nei confronti dei dirigenti e delle alte professionalità e anche in merito a un atteggiamento non del tutto chiaro sulle relazioni sindacali”. E se Rughetti, sempre nell’intervista, sulla questione sindacale dichiara “Oggi il rapporto tra il governo e il sindacato, elemento imprescindibile al funzionamento della pubblica amministrazione, sta cambiando. Questo governo ha scelto un modello di partecipazione diretta: il confronto con i dipendenti pubblici è costante” Germani afferma “I sindacati hanno espresso un grande senso di responsabilità, anche se nel pubblico impiego i contratti sono fermi dal 2009 con un sostanziale perdita del potere di acquisto. Il senso di responsabilità è evidente e vorremmo quindi essere “rispettati”. Concertazione no, dialogo sociale sì”.
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